lunedì 13 ottobre 2008

Alzheimer: il morbo dei morti viventi

Parlo ancora dell’Alzheimer, questa terribile malattia, un pò per sfogo un pò per farla conoscere a quei pochissimi che mi leggono.

All’inizio sembra che tutto sia quasi normale, noti qualche dimenticanza in più, oppure senti ripetere da chi ti sta vicino sempre la stessa cosa incessantemente.Non ti preoccupi più di tanto, pensi che in fondo un pò di memoria sia naturale perderla.Poi le cose peggiorano, noti che anche le cose più elementari diventano difficili, diventa un’impresa adoperare il telefono o fare un caffè.La cosa terribile è che non c’è niente da fare;non si torna indietro.

Cominci allora a preoccuparti e cominciamo i consulti dai medici. Scopri che è difficile diagnosticare l’Alzheimer. Ti spiegano che la certezza ti potrà venire solo dopo la morte analizzando il cervello. E allora?

Allora il malato viene sottoposto a dei test, domande semplici e banali per verificare in maniera indiretta la presenza della malattia.Alla fine il responso.
Da quel momento impari che non esistono medicine, che non si guarisce.
La malattia non si ferma, i ricordi diventano sempre più sfocati, il malato non riconosce più dove abita, non ricorda il nome dei suoi cari, comincia a rispondere senza senso.
Poi non ti riconosce più, parla con la tv.Comincia a divorare qualsiasi cosa capiti a tiro commestibile o non.
Gli occhi comiciano a perdere quel barlume di vita.
Alla fine ti ritrovi con una persona che in fondo è come un bambino di pochi mesi, che non ti sa dire perchè piange, a cui devi cambiare i pannolini e che la notte non dorme.
E’ difficile resistere accanto a persone con l’Alzheimer, la stanchezza sembra non toccare il malato, ma deprime chi lo assiste.Nessuno ti aiuta, anche meritorie associazioni, possono poco.
Credo che solo chi ha avuto un’esperienza simile possa capire cosa dico.La realtà è veramente molto più brutta di qualsiasi racconto.

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